Il CNCA cambia nome e logo
Il CNCA ha cambiato nome, forma giuridica e logo.
Qui sotto la comunicazione che la presidente del CNCA Caterina Pozzi ha inviato al Consiglio nazionale e ai soci della federazione.
Carissimi,
finalmente la pratica presentata tempo fa al RUNTS ha avuto esito positivo e possiamo ufficialmente sancire il passaggio dal nome “Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza” a “Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti”. Questa non è solo una scelta formale, ma una decisione di prospettiva.
La sensibilità politica e culturale del CNCA pone fiducia nella capacità delle comunità di trasformare il mondo a partire dalle sue molteplici possibilità. In un mondo fatto di relazioni e complessità, non è possibile analizzare la condizione di un individuo isolando solo una sua caratteristica, poiché i fenomeni sociali sono spesso interconnessi. Questo significa tener conto di tali interconnessioni nelle analisi, nelle programmazioni e nelle politiche, affinché siano capaci di far emergere il legame tra i singoli, le comunità e i contesti.
Il nuovo nome “Comunità Accoglienti” ci permette di unire il concetto di luoghi in cui si riceve chi ha bisogno con una dimensione attiva e dinamica dell’accoglienza. L’accoglienza è un processo continuo che va oltre il semplice atto di ricevere: si tratta di un impegno costante alla cura, alla promozione del benessere e alla creazione di legami significativi, in una tensione continua verso l’uguaglianza tra individui, contesti e comunità. Le nostre comunità sono luoghi di soglia, capaci di collegare l’interno con l’esterno, andando alle radici del convivere tra diversi in un territorio, per dare nuova linfa ai modelli di vivere, abitare, produrre e lavorare.
Siamo comunità accoglienti perché impegnati attivamente nella costruzione di relazioni e nella promozione di una cultura inclusiva, avamposti culturali e creativi dediti alla cura delle persone, dei beni relazionali, ambientali e sociali. Il passaggio a “Comunità Accoglienti” evidenzia questo approccio proattivo, per cui la sopravvivenza delle esperienze sviluppate in questi decenni dal CNCA è legata alla nostra capacità di rilanciare insieme linee di orientamento culturale e politico, percorsi di innovazione e cambiamento di paradigmi.
Siamo comunità accoglienti perché teniamo insieme i pensieri che nascono dalle esperienze stesse. Siamo responsabili di processi e risposte sociali, animatori di iniziative locali e globali, attori e non esecutori della cura dei beni relazionali, ambientali e sociali delle città e dei territori.
In un momento storico difficile, che presenta sfide inedite e grandi contraddizioni, ma anche nuove potenzialità, vogliamo ricostruire logiche di profondità e analisi critica delle questioni. Se infatti il nesso tra cultura, identità e luoghi, nel tempo della globalizzazione, sembra impossibile da riproporre anche in forme deboli, e si complica la ricerca di comunità che dia consistenza all’essere in un luogo, vogliamo promuovere confronti e spazi trasversali di conversazioni e di “métissage”. “Il centro è ovunque, la circonferenza in nessun luogo”, scrive Françoise Collin, e da questo concetto vogliamo contribuire a costruire luoghi sociali fluidi e decentrati, dove molteplici centri coesistono e interagiscono: luoghi politici, di dignità, possibilità, resistenza, spiritualità, pensiero e desiderio.
Il nuovo logo – che trovate in questa email – rende visibile ciò che siamo stati con ciò che siamo e ci proietta in avanti, insieme.
Incanto è il disegno grafico del nuovo logo che abbiamo votato all’Assemblea di Trieste nel giugno scorso.
Un segno grafico che è un punto esclamativo, per dare enfasi, chiedere attenzione ma anche un segno uguale, di uguaglianza nella differenza. La vita vera è sottosopra! Incanto e azione tutti e due senza contraddizione. Sorprendere e sorprendersi per compiere l’infinitamente improbabile.
Un caro saluto
Caterina Pozzi
Presidente del CNCA